Bionda …e qui!

Biondissima e bellissima è arrivata al nostro appuntamento per un caffè con gli occhi pieni di lacrime perchè faceva il freddo di gennaio. Più ci penso e più mi chiedo “ma come abbiamo fatto a perderci per così tanti anni?” Non lo sa, ma io non sapevo chi aspettarmi.. e invece ho trovato sempre lei, quell’amica minuta bionda e affascinante con cui si scherzava tanto, anche con la voce.

Sono stata contenta di sentirle raccontare la sua vita e ci ho visto una parola. Fedeltà. Fedeltà che si esprime in tanti modi, addirittura nei confronti di un cane che non vive nè con lei, nè vicino a lei. Non ne vuole prendere uno o un altro, perchè vuole dedicare a questo bellissimo pastore tedesco tutte le sue attenzioni. Fedeltà ai progetti di vita, al suo ragazzo che ha conosciuto da giovanissima, all’unica amica che le è sempre stata vicina in tutti questi anni, a sua madre.

Sono tornata in macchina con un’altra parola. Incidente. Tempo fa ha fatto un incidente che le ha cambiato la prospettiva sulla vita. E anche io, piena di storie di giovani che se ne sono andati sulla strada, rimago semplicemente a bocca aperta nel vedere come la strada non inghiottisce indistintamente ogni giovane, ma che Dio salva le persone che devono rimanere.

Quel giorno usciva in moto con il suo ragazzo e, senza riuscire tutt’ora a spiegarsi il motivo, aveva scelto di indossare il casco di sua mamma, che non mette mai, costosissimo e pesantissimo. Una macchina davanti, una macchina dietro, qualcuno che gira a sinistra e in un secondo una macchina sopra di lei.

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I soccorsi hanno dovuto gonfiare un materasso per sollevare l’automobile che le stava sopra, e tirarla fuori delicatamente. Non si ricorda niente fino a quando all’ospedale le hanno parlato in modo incerto sulle sue capacità motorie. Non ci riusciva a credere.

Il suo fidanzato – racconta – nel vederla sull’asfalto sotto a una macchina, ha vissuto il momento più brutto della sua vita. Anche sua mamma, spaventata, era partita a razzo dalla Valtellina.

E poi le parole del medico che le posiziona il suo casco davanti agli occhi e le chiede di guardare quanto è diventato più ovale di quello che era. “Lo vedi questo casco? Ringrazia perchè ti ha salvato la vita!”. Oggi vedo le cicatrici sul suo braccio e ringrazio il cielo. Poteva non essere lì con me davanti a quelle due grosse brioches. E invece lo è, perchè Qualcuno ha deciso così.

Faccio il viaggio di ritorno pensando che si può credere nel caso e che gli incidenti stradali possono essere più grandi di noi. Io credo in un ordine. E il primo nome della lista è Gesù. È Lui che decide, non la strada, le macchine, il casco. E quando è così, non si ha più paura, ma si rispettano le regole che Lui ci comanda di seguire. Tutto il resto, quello che non comprendiamo, è comunque in mano Sua. E se vogliamo, ce lo spiega.

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